Hai mai desiderato un angelo custode che ti promuova e ti trovi ingaggi, mentre ti dedichi solo alla parte creativa del lavoro? Senza scomodare il divino, esistono le agenzie letterarie o dedicate a illustratori, fumettisti e autori. Scopriamo come approcciare questo mondo e cos’ha da offrire a noi creativi.
Oltre alla mia esperienza, ho raccolto scambi di vedute con gli illustratori Francesca Resta e Andrea Spinelli. Se questo articolo ti piacerà è anche merito loro!
Come funziona un’agenzia artistica o letteraria
Le agenzie selezionano gli artisti o le opere di loro interesse, raccogliendoli in un proprio catalogo detto roster. Gli agenti si occupano di proporre i loro illustratori e negoziare con i clienti la data di consegna e il prezzo. A quel punto, propongono l’ingaggio all’artista, che può accettare o rifiutare.
Quando firmiamo un contratto con un’agenzia, bisogna comunicargli i clienti attuali o potenziali con cui siamo già in contatto diretto. Ciò è necessario all’agenzia per sapere quali contatti gestiamo già per conto nostro.
In sostanza, le agenzie si comportano come “centri per l’impiego” specializzati che puntano ad accoppiare i progetti di aziende e case editrici con gli illustratori o autori del loro catalogo.
Il compenso per l’agenzia
Per liberare l’artista dal tormento di promuoversi e trovare clienti, le agenzie trattengono circa il 30% del compenso (aspettiamoci richieste dal 10% al 40%). Va detto che sanno spuntare cifre molto più alte rispetto a quanto il creativo medio riesca a negoziare da solo.
Di solito le agenzie hanno periodi di prova di circa 6 mesi e prevedono clausole di esclusiva per uno o più anni, oppure per alcuni Paesi.
Alcune agenzie, specie se nate da poco, chiedono all’autore un contributo anticipato per coprire i costi di promozione. In tal caso è bene stare in guardia, specialmente se a fronte di questo investimento “alla cieca” da parte nostra pretendono comunque una percentuale alta sui compensi.
Agenzie generaliste VS agenzie specializzate
Alcune agenzie sono aperte a diversi settori, generi e stili. La selezione è meno rigida e il catalogo autori più affollato. Per contro, è più difficile per l’agenzia trovare lavoro a tutti i creativi nel loro roster, quindi prepariamoci a pazientare parecchio.
Altre agenzie sono più di nicchia, sia riguardo i settori in cui cercano clienti sia come catalogo di autori e opere. Hanno criteri di selezione più rigidi che rendono più difficile essere inclusi sotto la loro ala. D’altro canto, riescono a curare meglio i pochi creativi nel loro roster.
I tempi delle agenzie
I tempi con cui un’agenzia ci procura ingaggi possono variare molto, per vari motivi:
- Le dimensioni, gli agganci e la bravura dell’agenzia
- Il nostro stile, esperienza e velocità di esecuzione
In base a questi fattori, potremmo ricevere uno sporadico ingaggio all’anno, dover declinare proposte che non sono nelle nostre corde o ricevere una certa mole di lavoro fino a diventare gli artisti di punta dell’agenzia.
Trarre il meglio dalle agenzie artistiche e letterarie
Uno dei peggiori errori che possiamo fare è sederci in attesa che l’agenzia ci ricontatti.
Dimostriamoci attivi, continuiamo ad aggiornare il nostro portfolio e a promuoverci per conto nostro, partecipiamo agli eventi. Teniamo aggiornata l’agenzia sui nostri progressi, ma anche sui nostri obiettivi e aspirazioni, mettendola in condizione di proporci ingaggi più in linea con noi e quindi più soddisfacenti.Anche se stiamo delegando ad altri, il successo del rapporto con l’agenzia dipende ancora da noi.
Dove trovare le agenzie artistiche e letterarie e come proporsi
Oltre a spulciare i motori di ricerca, un ottimo posto per trovare le agenzie sono le fiere di settore.
Qualsiasi metodo scegliamo, selezioniamo con cura a quali agenzie rivolgerci, in base ai settori in cui operano e al tipo di artisti che già seguono. Questo è un segno di rispetto nei confronti del loro tempo, oltre che del nostro.
Presentandoci all’evento, meglio se previo appuntamento, potremo farci conoscere di persona e ottenere una portfolio review.
Non dimentichiamo il follow up!
Dopo l’incontro, la mossa più comune è far cadere il silenzio, magari in attesa che sia l’agenzia a riaprire il discorso. Chiediamo notizie e manteniamo i contatti a distanza, restando in equilibrio tra discrezione e costanza. Questo sarà un indice di quanto ci interessa lavorare con loro, senza arrivare a intralciarli con le nostre richieste.
Quando è il caso di rivolgersi a un’agenzia?
Tirando le somme, le agenzie sono interlocutori molto simili agli editori: ti selezionano, ti fanno pubblicare, possono chiederti contributi in denaro come nel caso degli editori a pagamento (EAP).
Quindi anche la procedura per scremarle, approcciarle, chiedere di visionare il nostro portfolio e lavorare per loro rimane pressoché la stessa che si usa con gli editori, compresa l’attenzione alle clausole del contratto.
A meno di non essere già molto famosi, oppure avere uno stile versatile e richiesto, non possiamo contare di vivere soltanto sui compensi che ci passa la nostra agenzia. Pur avendo un’agenzia alle spalle, è bene che teniamo i piedi in diverse scarpe, come nel caso dei distributori.
Al di là dei ruoli che ricopriamo, siamo tutte persone, perciò è importante mettere da parte la timidezza e la soggezione: il nostro obiettivo è comunicare con sincerità per far funzionare al meglio il rapporto tra noi e l’agenzia stessa.
Spero che questa panoramica sulle agenzie abbia chiarito i tuoi dubbi. Se ne hai altri, scrivimi un commento o un messaggio!